La pastiera napoletana: il dolce che fece sorridere la regina Maria Cristina

Il suo sapore avvolgente, il suo gusto intenso e quella consistenza granulosa rendono questo dolce il più amato dai napoletani. Stiamo parlando, ovviamente, della pastiera napoletana, la pietanza per eccellenza del periodo pasquale, che oggi però viene degustata tutto l’anno e in ogni occasione.

Le sue origini sono antichissime, probabilmente risale all’epoca greco-romana, e tra le sue peculiarità ritroviamo la presenza di oltre 100 ricette sparse sul territorio campano, ma soprattutto una storia che spesso e volentieri si confonde con il mito.

Viene, infatti, citata nell’opera che ha ispirato la nascita della fiaba di Cenerentola, cioè “La Gatta Cenerentola” di Giambattista Basile: “E, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato.”

Tra gli aneddoti a metà strada tra realtà e leggenda ritroviamo, invece, quello che riguarda da vicino una figura regale. La pastiera sarebbe, infatti, riuscita a sciogliere il cuore di colei che veniva definita dal popolo e dai soldati “la regina che non sorride mai”.

Si tratta di Maria Cristina di Savoia, la moglie di Ferdinando II di Borbone, che invogliata dal marito ad assaggiare la pastiera ne fu estasiata al punto tale da portare il re ad esclamare: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo’.

Tanti altri sono i racconti legati a questo dolce, che nel corso dei secoli ha saputo mantenere intatta la sua reputazione, grazie ad una combinazione di elementi capaci di ammaliare anche gli Dei.

Si racconta, infatti, che tempo addietro, dopo una delle sue esibizioni canore, la sirena Partenope ricevette in dono dai napoletani ricotta, grano, uova ed altri ingredienti. La bella sirena decise, così, di utilizzarli per omaggiare gli Dei, che mescolandoli diedero vita alla prima pastiera napoletana.

Insomma, che siano divine o meno le origini della pastiera, sembra proprio che questa delizia del palato sia destinata a diventare immortale.

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