La storia del Babà, come giunse da Parigi a Napoli
Il Babà, annoverato tra i dolci tipici della tradizione napoletana, non è figlio delle pendici vulcaniche partenopee, ma è nato a Luneville, una cittadina a nord della Francia, situata ai confini con la Germania.
Il babà, la cui storia è raccontata nel libro di Flavia Amabile Si nu’ babbà, deve la sua nascita all’ultimo duca di Lorena ed ex re di Polonia, Stanislao Leszczyński, suocero di Luigi XV di Francia, che aveva sposato sua figlia Maria.
La storia narra che l’antesignano dell’odierno babà, fosse un dolce austriaco, il kugelhopf, per metà panettone e per metà brioche, che un giorno il duca di Lorena decise di bagnare con il madeira per ammorbidirlo. La sua passione per l’arte culinaria lo portò successivamente a rielaborarlo, facendolo lievitare per ben 3 volte e poi farcendolo con uvetta e zafferano.
L’utilizzo di questi due ingredienti, tipici della cucina turca, viene ricondotto alla prigionia dell’ex re di Polonia ad opera dei turchi, ad Instabul.
Il babà come lo conosciamo noi, con la forma a fungo, senza più uvetta e con la bagna di rum, deve la sua nascita al pasticciere Stohrer, che seguì la figlia del duca di Lorena, Maria, a Versailles nel 1725, in occasione del suo matrimonio con Luigi XV. In quel periodo a Parigi era di gran moda il rhum giamaicano che ben presto sostituì il madeira nel babà.
Come trovò la strada questo dolce parigino per giungere fino a Napoli?
La risposta a questo quesito ci viene data dalla storia: il successore di Luigi XIV fu Luigi XVI il quale sposò Maria Antonietta. Quest’ultima era sorella di Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone. Il legame tra le due sorelle tracciò il viaggio del babà che da Parigi giunse a Napoli.
Dagli inizi dell’800 il babà venne riconosciuto come dolce tipico della cucina partenopea e tutt’oggi conferma il suo posto d’onore nella tradizione pasticciera napoletana.